A SPASSO TRA I VIGNETI PIU’ ALTI D’EUROPA
Siamo ai piedi del Monte Bianco, intorno ai 1000 metri di quota: questo itinerario si sviluppa nei comuni di Morgex e La Salle , snodandosi tra le pergole del Prié Blanc, unico vitigno autoctono valdostano a bacca bianca. Testimone di una viticoltura eroica che le permette di giungere a maturazione in condizioni difficili dal punto di vista climatico ed ambientale, fino a più di 1200 metri di quota, la vite viene qui coltivata su pergole basse perché possa sfruttare al massimo il calore del terreno, anche se questo rende ancora più complicato, e rigorosamente solo manuale, il lavoro dei viticoltori!
Si parte dal capoluogo di Morgex, storica capitale della Valdigne (così viene chiamata questa zona dell’Alta Valle d’Aosta) e importante borgo sviluppatosi lungo il tracciato dell’antica strada, che già 2000 anni fa si inerpicava verso il valico del Piccolo San Bernardo. La fermata del bus si trova nei pressi della chiesa e qui una visita è d’obbligo per scoprirne i tesori, dallo splendido campanile al sontuoso altare barocco, dai coloratissimi affreschi quattrocenteschi della navata Nord al museo parrocchiale di arte sacra.
Si procede poi in direzione dei vigneti, abbarbicati al versante soleggiato della valle e la strada sterrata permette di attraversarli osservandoli da vicino per raggiungere la Piagne, meraviglioso vigneto ottocentesco restaurato nell’ambito del progetto Interreg “Route des Vignobles Alpins”, vero monumento alla viticoltura eroica, davanti al quale ci si ferma ammirati. Dopo un breve tratto in piano la strada ridiscende e attraversa il villaggio di Lavancher, che prende il nome dalla valanga che ogni inverno lo lambisce, per poi risalire verso il Villair con le sue case in pietra sapientemente restaurate e la bella cappella dedicata a San Rocco, a triste memoria del periodo della peste. Oltrepassato il torrente Colomba la salita è piuttosto ripida, ma breve, e permette di raggiungere il sentiero pianeggiante di Tzantamerla che segue il tracciato di un ru, antico canale irriguo scavato nel terreno per portare l’acqua del torrente verso le coltivazioni di La Salle.
Si lascia il sentiero pianeggiante in corrispondenza del bivio che sale verso la frazione Chatelard e già si può ammirare il bel torrione cilindrico medievale, unico superstite del castello diroccato dei signori omonimi. Da qui si riprende la strada asfaltata in discesa fino alla curva in cui inizia il cosiddetto “sentiero dei cacciatori” che, con un piacevole saliscendi nel bosco, conduce alla prestigiosa sede del municipio di La Salle, Maison Gerbollier , in origine antica casaforte con annessi agricoli di una ricca famiglia locale. Teniamo presente che anche qui vi è una fermata del bus nel caso in cui si desiderasse spezzare l’itinerario e tornare a Morgex.
Riprendendo la strada asfaltata si sale verso la frazione Ecours, riconoscibile da lontano grazie alla sua torre medievale, ma che avvicinandosi rivela anche la bellezza della facciata affrescata della sua cappella. Tra le raffigurazioni dei vari santi non può certo mancare quella di San Cristoforo, protettore di viandanti e pellegrini, numerosissimi lungo le strade della Valle d’Aosta, terra di transito per eccellenza. Uno sguardo ammirato agli affreschi e poi, costeggiando la cappella, si imbocca il sentiero che conduce, attraversando un boschetto e le acque fresche di un piccolo torrente, alla frazione Echarlod.
Giù, in fondo alla discesa e passando davanti alla Casaforte d’Aragon dal passato prestigioso, ci ritroviamo sulla strada asfaltata e, scendendo verso la frazione Cré, imbocchiamo un percorso sterrato ritrovando i vigneti di Prié Blanc che anche qui, come a Morgex, danno origine al profumatissimo Blanc de Morgex et de La Salle . E’ assolutamente d’obbligo sollevare lo sguardo, la vista delle pergole con il Monte Bianco sullo sfondo è davvero splendida! Lasciati i vigneti si continua questo viaggio alla scoperta di antichi villaggi salendo verso Moras, Chez les Beneyton e di nuovo Echarlod con i loro lavatoi, gli antichi forni per la cottura del pane e il ricordo dei ritmi lenti della vita pastorale di un tempo.
Poi, continuando sempre in piano, si ritorna verso il capoluogo di La Salle, questa volta ci si inoltra nella via principale che conduce alla maestosa chiesa parrocchiale di San Cassiano. Ricostruita nell’Ottocento, la chiesa ha un cuore antico, esattamente come le danze della “Badoche” che si svolgono sul sagrato tra nastri colorati e costumi d’epoca per la festa patronale, il 13 agosto.
Dopo la visita della chiesa la strada continua scendendo sinuosa tra le case del borgo. Il Monte Bianco è costantemente davanti a noi, con la sua imponente mole, e ci osserva dall’alto dei suoi 4810 metri mentre ridiscendiamo in direzione della Dora Baltea. Proprio lungo le sponde del fiume, nei pressi del lago artificiale formato dalla diga di La Salle, possiamo andare alla scoperta della Riserva Naturale del Marais , nata per proteggere e valorizzare questa zona umida che tra i canneti ospita numerose specie di uccelli acquatici.
Dalla diga il percorso continua sul versante opposto della valle, quello destro orografico, lungo il tracciato della pista ciclabile che offre ancora qualche accesso alle postazioni per l’osservazione dell’avifauna e prosegue poi verso la frazione Pautex di Morgex. Anche qui al centro del villaggio troneggia l’antico forno, che ogni tanto la popolazione locale accende per cuocere il pane nero tradizionale e le profumatissime flantse (o creichen), pani dolci che sanno di burro e ricoperti di zucchero caramellato. Facciamo un tuffo nel passato scorgendo qualche vecchio attrezzo agricolo tra le belle case in pietra mentre saliamo verso la cappella dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Siamo tornati a Morgex, il nostro percorso ad anello sta per chiudersi: dove ora c’è lo stabilimento per l’imbottigliamento delle acque minerali fino alla metà del XX secolo ferveva l’attività produttiva legata allo sfruttamento delle miniere di antracite di La Thuile: il materiale estratto arrivava in teleferica e qui veniva selezionato e caricato sui vagoni ferroviari che lo avrebbero trasportato fino all’acciaieria di Aosta passando sul ponte in ferro che fa ancora bella mostra di sé. Una vera e propria pagina di storia del paese che, scavalcando la Dora Baltea, permette ai visitatori di accedere al Parco della Lettura , fiore all’occhiello per la comunità di Morgex, dove grandi e piccini possono giocare leggendo e leggere giocando. Non si può pedalare all’interno del parco, ma bici alla mano anche i ciclisti possono attraversarlo in direzione della zona sportiva. Perché non fermarsi un po’ per provare il percorso barefooting ? Camminare nella natura a piedi nudi regala un’esperienza sensoriale nuova, ma che al tempo stesso fa tornare anche un po’ bambini…e qui vicino, dove c’è il centro degli sport acquatici, può iniziare anche un’avventura molto adrenalinica con la discesa in rafting sulle acque tumultuose della Dora Baltea!
Ritornando verso il paese si salutano ancora una volta, da lontano, i vigneti aggrappati alla montagna e si ripercorre la via centrale del borgo che improvvisamente si apre sulla piazzetta antistante l’imponente Tour de l’Archet , dal passato nobiliare e oggi sede della prestigiosa Fondazione Sapegno.
Dopo aver conosciuto da vicino ed imparato ad amare questi vigneti eroici, una degustazione del nettare che se ne ottiene è d’obbligo: i vari produttori sapranno raccontare al meglio il Blanc de Morgex et de La Salle, che con passione, dedizione e competenza ricavano da queste uve eroiche. Che si presenti come vino bianco fermo, spumante o vino del ghiaccio non può non essere abbinato alle altre prelibatezze che questo territorio ci offre: qui la varietà di sapori e profumi è di casa! Vino bianco, salumi, formaggi , miele, trote, frutta, cereali, erbe officinali, liquori, zafferano, dolci tipici…i produttori di Morgex e di La Salle vi aspettano!
Dati tecnici sul percorso:
Lunghezza: 18,5 km
Dislivello positivo: 469 m
Dislivello negativo: 481 m
Altitudine minima: 881 m
Altitudine massima: 1086
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