Pont-Saint-Martin - Donnas

Sulle strade dei vigneti e della storia alle porte della Valle d’Aosta

L’itinerario si sviluppa tra i comuni di Donnas e di Pont-Saint-Martin: siamo all’imbocco della Valle d’Aosta, da sempre luogo di transito per raggiungere i valichi alpini e scenario di lotte, in passato, per il controllo del territorio. In questa zona la morfologia, caratterizzata da versanti molto ripidi, ha spinto in passato gli uomini a costruire terrazzamenti per recuperare terreno da dedicare all’agricoltura e alla coltivazione dei vigneti.

Punto di partenza dell’itinerario è la stazione ferroviaria di Pont-Saint-Martin. All’uscita dalla stazione si procede a sinistra lungo la ferrovia per circa 100 metri per poi svoltare a destra e proseguire in direzione del centro abitato, costeggiando il torrente Lys fino ai Giardini Pubblici.

Alzando lo sguardo si possono scorgere di fronte i resti dell’antico castello costruito dai signori di Pont-Saint-Martin nell’XI secolo, che ancora oggi sovrasta e controlla il paese. Poco sotto si erge il castello Baraing , voluto dal dottore omonimo, interamente in stile neo-gotico e terminato nel 1893. Nel 1931 venne donato al comune di Pont-Saint-Martin dalla vedova del dottore e dopo i restauri moderni è stato adibito a sede della Comunità Montana Mont Rose.

Una passerella sulla sinistra ci permette di attraversare il Lys e di arrivare nel cuore di Pont-Saint-Martin e della sua storia: il magnifico ponte romano . L’antica strada consolare delle Gallie passava su questo ponte ad arcata unica, ancorato alla roccia viva su entrambi i lati, che per due millenni ha svolto la sua funzione, fintanto che i tempi moderni hanno reso necessario costruire un ponte più agevole nel 1836. La leggenda vuole che la sua costruzione sia da attribuire a due personaggi di spicco: San Martino, a cui si deve il nome del paese, e il diavolo in persona. Ogni anno tale leggenda viene celebrata dal carnevale storico. Un piccolo museo ai piedi del ponte permette di approfondire le vicende del ponte romano e di Pont-Saint-Martin.

Dalla piazza 1° Maggio si segue la mulattiera per Perloz e poco oltre si raggiunge la suggestiva Chiesa di Fontaney , che riproduce in miniatura la pianta della cattedrale di Aosta. Costruita a fine 1500 dal barone Pierre di Vallaise, fu eretta ben presto in parrocchiale e tale rimase fino al 1839, quando la nuova chiesa parrocchiale venne inaugurata più in basso. Grazie agli interventi di restauro è possibile ammirare la chiesa e gli affreschi in facciata raffiguranti scene delle Sacre Scritture. Molto suggestivo è l’antico cimitero adiacente.

Si prosegue nella salita fino ad incrociare il sentiero con numerazione 103 A per raggiungere la Strada dei vigneti. Si tratta di una strada priva di traffico e di difficoltà ma molto panoramica sulla bassa valle della Dora, sulla gola di Bard e sugli spettacolari vigneti di Donnas.

La particolare morfologia all’imbocco della Valle d’Aosta, caratterizzata da versanti molto ripidi, ha spinto in passato gli uomini a costruire terrazzamenti per recuperare terreno da dedicare all’agricoltura e alla coltivazione dei vigneti. Ancora oggi questi vigneti vengono definiti eroici perché strappati alla montagna con grande fatica. Con le pietre recuperate in loco si sono costruiti i muri a secco dei terrazzamenti alti anche oltre sei metri e i gradoni che superano il 60% di pendenza: condizioni che ancora oggi obbligano i “vignerons” (viticoltori) ad un lavoro manuale, su scalini con un’alzata variabile che a volte supera i 30 centimetri.

Sui terrazzamenti sono state costruite le topie (pergole) che sorreggono le vigne e sotto ai massi più grandi sono stati recuperati i Barmet vale a dire cantine, prettamente sotterranee, dove in una vasca si raccoglie l’acqua piovana utile al vigneron per il suo lavoro. Nei Barmet la temperatura è sempre costante e particolarmente adatta alla conservazione del vino. Per immergersi totalmente in questa realtà è possibile visitare due vigneti storici che sono stati recuperati grazie al progetto Interreg Alcotra “Vi.A.-Route des vignobles alpins/Strada dei vigneti alpini”: il primo in località località Ronc de Vaccaz è di facile accesso per tutti, il secondo, a distanza di circa 300 metri in linea d’aria, denominato Ronc Chenuil, è realizzato su 13 terrazzamenti la cui larghezza massima varia tra i 5 e i 6 metri. Il vigneto Ronc Chenuil è attrezzato in alcune parti con corde, affinché i visitatori possano scendere i terrazzamenti in sicurezza, vista la notevole pendenza. Ci sono passaggi spettacolari che danno l’idea delle difficoltà che si incontrano a lavorare le vigne su questi terrazzamenti “eroici”. Entrambi sono stati attrezzati con pannelli esplicativi che spiegano la storia della viticoltura locale.

In queste zone si coltiva principalmente il Nebbiolo: un vitigno adatto alle pergole dei terrazzamenti, conosciuto come Picotendro (l’acino è, infatti, piccolo e tenero). Da sottolineare che il Vallée d’Aoste Donnas DOC è stato il primo vino valdostano ad ottenere, nel 1971, la Denominazione di Origine Controllata. Per tutti coloro che vogliono approfondire la storia di Donnas e dei suoi vigneti è consigliata una visita all’Ecomuseo del Vino , ospitato nelle cantine dell’asilo infantile Anna Caterina Selve. Una tappa immancabile per chi vuole acquistare e degustare il Vallée d’Aoste Donnas DOC è la Caves Cooperatives de Donnas .

In vista delle prime case di Donnas, l’itinerario svolta a destra e proseguendo ancora tra le vigne si giunge all’antica latteria turnaria di Treby , fondata nel 1897 nella sede della Confraternita dello Spirito Santo. L’intero fabbricato è stato restaurato e destinato nel 2003 a museo etnografico, arredato con attrezzature e materiali usati un tempo per la lavorazione del latte; un affresco raffigurante l’ultima cena conferma l’esistenza della confraternita già nel 1012 e molti dipinti testimoniano il lavoro svolto a favore della comunità.

Da non perdere è l’antico borgo di Donnas , sorto lungo la Via consolare delle Gallie , che diventò, a partire dal XIII secolo, un importante centro amministrativo ed economico, tanto che nel XIV secolo venne istituita dal conte Aimone di Savoia una zecca. Le testimonianze del passato medioevale sono numerose non appena si varca l’antica porta orientale: affreschi murali, bifore, finestre a crociera, portali con iscrizioni che rimandano ad un’epoca lontana, quando le vie del borgo erano affollate da mercanti e pellegrini che transitavano lungo la via Francigena. Il borgo si conclude con la Cappella di Sant’Orso , citata già nel XII secolo, costruita forse per proteggere dalle esondazioni della Dora Baltea. Poco oltre la cappella si può ammirare uno dei tratti più spettacolari della Strada romana delle Gallie : qui i romani hanno scalpellato la roccia viva per più di 200 metri. Superato l’arco scavato nella pietra si notano i profondi solchi lasciati nel corso dei secoli dai carri e una pietra miliare che indica le XXXVI miglia che ancora mancavano per raggiungere l’antica Augusta Praetoria. Questo bellissimo borgo si anima ogni anno in occasione della Fiera di Sant’Orso , considerata un’anticipazione della manifestazione omonima di Aosta.

Chi vuole degustare alcune prelibatezze della Valle d’Aosta può fare una puntata all’azienda Bonne Vallée, situata nella frazione Vert, sull’altra sponda della Dora Baltea.

Ritornando a Donnas, lungo la strada statale 26, una sosta è consigliata presso l’azienda di prodotti caseari Nicoletta , al caseificio Vallet e all’azienda vitivinicola Pianta Grossa .

Proseguendo lungo il rettilineo in direzione Pont-Saint-Martin si entra nuovamente in paese e, poco oltre la piazza 1° Maggio, si svolta a destra per passare davanti alla chiesa parrocchiale di San Lorenzo e raggiungere la casa forte detta “l Castel“. Qui si trasferirono nel XV secolo i signori di Pont-Saint-Martin e rimase di loro proprietà fino all’estinzione della famiglia nel 1736. Ora è di proprietà comunale e il restauro realizzato nel 2012 ha permesso di recuperare l’edificio e di trasformarlo in polo museale. Dalla casa forte si svolta a destra, si raggiungono i giardini pubblici e, seguendo a ritroso il percorso dell’andata, si giunge nuovamente alla stazione ferroviaria.

Per accorciare il percorso, lungo la strada statale 26 è possibile rientrare alla stazione ferroviaria di Pont-Saint-Martin con l’autobus, direzione Carema.

L’itinerario è fattibile a piedi e in bici.

Dati tecnici sul percorso

Lunghezza: 11,4 km

Altitudine minima: 312 m

Altitudine massima: 446 m

Dislivello: 229 m

Ristori agrituristici:

agriturismo Le Rocher fleuri a Donnas

Agriturismo Lou Rosè a Donnas

Agriturismo Le Moineau a Donnas

Agriturismo La Grange a Pont-Saint-Martin

Per informazioni sugli orari della circolare Carema-Montjovet clicca qui.